giovedì 31 maggio 2012

L'allarmismo paranoico dell'Apprendista Mago

L'Apprendista Mago uscì di corsa, il viso stravolto dall'urgenza e in testa un unico pensiero: salvare il mondo dalla distruzione. Poteva sembrare allarmismo puro, ma il Libro Magico aveva parlato chiaro: il Principe del Bene stava per essere ucciso e l'Apprendista Mago doveva assolutamente impedirlo. Sulle prime, a dir la verità, quando il Libro Magico gli aveva mostrato il futuro, l'Apprendista Mago aveva pensato subito: roba da film. Ma lentamente tutti i pezzi erano andati al loro posto e gli avvenimenti dei giorni precedenti gli avevano permesso di confermare quell'unica verità: il Principe del Bene stava per essere ucciso in un complotto che avrebbe permesso al Male di prendere possesso del mondo, e questo sarebbe equivalso alla fine del mondo stesso. L'Apprendista Mago doveva assolutamente impedirlo!
In realtà l'Apprendista Mago avrebbe preferito lasciare quest'incombenza ad altri, ad esempio ai Veri Maghi, ma i Veri Maghi non ne sapevano nulla, sotto Ferragosto erano tutti in villeggiatura per il loro meritato riposo, e visto che di solito anche il Male non disdegnava un bel bagno di sole rilassante, si pensava che sarebbe stato un Ferragosto così tranquillo da poter essere gestito anche dall'ultimo Apprendista Mago, e addirittura avevano immaginato l'Apprendista Mago immerso tra le scartoffie per un mese intero, povero cucciolo, invece no, eccolo lì, costretto ad uscire di corsa, il viso stravolto dall'urgenza e in testa un unico pensiero: salvare il mondo dalla distruzione. Da solo. Nessuno poteva aiutarlo, a quel punto: i Veri Maghi erano in villeggiatura, chi a Villasimìus, chi in Costa Smeralda, e non poteva certo richiamarli all'improvviso dal loro meritato riposo per poi scoprire che era tutto un falso allarme, che figura ci avrebbe fatto? Proprio ora che i Veri Maghi cominciavano ad avere un po' più di fiducia in lui e nelle sue capacità. E come avrebbe potuto convincerli della realtà del pericolo? Lui stesso ne dubitava, il Libro Magico parlava chiaro, è vero, ma aveva lui, Apprendista Mago, interpretato correttamente le parole del libro? E se tutto fosse stato un errore madornale, che figura avrebbe fatto con lo stesso Principe del Bene? Fargli piombare in casa l'Esercito di Difesa nel bel mezzo dei festeggiamenti del Ferragosto non era l'ideale per far sì che anche il Principe del Bene acquistasse fiducia nelle sue neonate arti di mago, perciò l'Apprendista Mago uscì di casa col viso stravolto dall'urgenza e dalla paura di sbagliare.
E se si fosse sbagliato? Difficile era infatti dimostrare a tutti di aver realmente previsto un pericolo, dato che le pagine del Libro Magico, soprattutto quelle del capitolo Previsione del Futuro, scomparivano subito dopo la loro attenta lettura, per evitare che sguardi incompetenti potessero trarne lucro o travisarne il senso e creare allarmismo, appunto. Ancora più difficile era però agire sotto banco per trovare conferma del pericolo e, subito dopo, una soluzione talmente magica da non essere notata da nessuno, insomma salvare il mondo senza far sapere al mondo di essere stato in pericolo. Impossibile era, infine, convincersi di aver travisato le parole del Libro Magico e ingrandito il problema a dismisura fino a crearne una questione mondiale, perché se il Principe del Bene fosse morto davvero il mondo sarebbe crollato!

Il rischio quindi era grosso, analizziamo la situazione, pensò per l'ennesima volta l'Apprendista Mago mentre correva a salvare il mondo:
- se tutto è falso, ci faccio una figura di merda, oltre a far capire ai Veri Maghi che non capisco un cazzo di magia.
- Se tutto è falso dovrei spiegare ai veri Maghi cosa, nella lettura del Libro Magico, mi ha portato a credere una cosa così assurda: che il Principe del Bene fosse in reale pericolo, lui sempre così scortato e protetto anche da vari incantesimi appositi; questa dimostrazione dovrei fornirla però senza il supporto del Libro Magico, dato che la pagina corrispondente a questa previsione è scomparsa subito dopo la lettura, e invece quella sarebbe stata proprio la conferma ideale del pericolo, e quindi della giustezza e prontezza del mio intervenire, dato che nonostante la scorta e la protezione tramite incantesimi, se il Libro Magico dice che il Principe del Bene è in pericolo, significa che il Principe del Bene è in pericolo.
- Se tutto è falso posso riuscire a cavarmela coi Veri Maghi solo se non agisco in difesa del Principe del Bene, e lo stesso vale nel caso che sia tutto vero (e nessuno riesce a togliermi dalla testa che è così), perché anche se il Principe del Bene morisse perché io non sono riuscito ad impedirlo, non sarebbe colpa mia, dato che non sono autorizzato a leggere il Libro Magico e nessuno saprebbe che invece l'ho letto e che ho saputo che il Principe del Bene sarebbe morto giusto in tempo per impedirlo.
- Se tutto è vero ma io non agisco in difesa del Principe del Bene, i Veri Maghi potrebbero però essere in grado di scoprire che io ho letto il Libro Magico, che Veri Maghi sarebbero sennò? E potrebbero prendersela con me perché (stando alle mie false dichiarazioni) non ho trasgredito alla regola di non leggere il Libro Magico in un momento di reale emergenza come quello del pericolo di morte del Principe del Bene.
- Il Libro Magico è autorevole, ma io ho letto e interpretato correttamente le sue parole? Sono già in grado, io, stupido Apprendista Mago, di leggere e interpretare correttamente il Libro Magico? Lo conosco abbastanza? E non posso nemmeno ricontrollare perché quella pagina è scomparsa!
L'Apprendista mago pensò per l'ennesima volta anche di aver perso troppo tempo a chiedersi se avesse letto e interpretato correttamente le parole del Libro Magico: per una notte e un giorno e una notte aveva cercato di ricordare nel dettaglio ogni singola parola, per essere sicuro di aver capito bene, ma il dubbio rimaneva perché la domanda finale era: conosco abbastanza il Libro Magico e la sua terminologia per poter leggere e interpretare correttamente le sue parole? Per essere un Apprendista Mago, il dubbio era atroce, lo faceva sentire stupido, non idoneo, e stimolava in lui un nuovo dubbio più profondo: sono in grado di diventare un giorno un Vero Mago? Con queste premesse così stupide, dubbiose, atroci?!
La questione era peggiore di quanto sembrasse, infatti appena l'Apprendista Mago decideva di dar credito alle sue presunte capacità di Mago (era o non era stato ammesso alla Scuola di Magia grazie a loro?) i suoi precedenti dubbi svanivano e la domanda di fondo si trasformava in una terrificante: e se fosse tutto vero? Se io fossi realmente in grado di leggere e interpretare correttamente il Libro Magico, significherebbe che il Principe del Bene è realmente in pericolo ed io sono l'unico a saperlo e quindi l'unico a poter fare qualcosa per salvarlo. Ma cosa? I Veri Maghi sono in villeggiatura, chi a Villasimìus, chi in Costa Smeralda, ed io devo agire da solo, senza l'aiuto concreto di nessuno.

Ciò di cui aveva realmente bisogno l'Apprendista Mago in quel frangente, però (e ne era consapevole), era un aiuto morale, qualcuno che lo aiutasse a credere nelle sue neonate arti magiche, nella sua finalmente conquistata capacità di leggere e interpretare correttamente il Libro Magico, nella sua capacità di realizzare un piano che potesse salvare la vita del Principe del Bene e quindi evitare che il mondo crollasse. Oppure qualcuno che lo aiutasse a sopportare quell'enorme senso di responsabilità che nessuno dei Veri Maghi gli aveva affidato, consapevoli del fatto che lui era solo un Apprendista Mago, ma allora perché si sentiva responsabile della vita e della morte del Principe del Bene? Lui che, in qualità di Apprendista Mago, non avrebbe avuto nemmeno diritto di conoscere l'esistenza del Principe del Bene, non ancora? Aveva bisogno di un Vero Mago, aveva bisogno che uno dei suoi Maestri lo aiutasse a scindere tra pericolo reale e paura incontrollata, ecco perché non aveva il coraggio di richiamare i Veri Maghi dalla villeggiatura: se fosse stato solo allarmismo, il suo, che figura di merda del cazzo ci avrebbe fatto? Radiato dall'Albo dei Dottori Maghi prima dell'iscrizione, prima dell'esame di stato, prima della fine del primo anno di elementari: carriera troncata sul nascere per procurato allarme. E che figura di merda con gli amici, già con loro non parlava mai della Scuola di Magia, perché lo deridevano senza ritegno, i bastardi.

Mentre correva lungo la strada che costeggia il mare, ai piedi della montagna, sudatissimo e impolverato, l'Apprendista Mago continuava a pensare, a cercare di sciogliere la matassa del dubbio, ma l'unica cosa che gli riuscì, fu individuare le due figure di merda più grandi:
Figura di merda numero uno: l'Apprendista Mago ha letto e interpretato male una previsione del Libro Magico al quale lui non aveva accesso, perciò se fosse intervenuto inutilmente nel Corso della Vita del Principe del Bene per salvarlo da quel presunto pericolo di morte, avrebbe fatto una figura di merda, sì, ma sarebbe stato anche punito per aver letto il Libro Magico senza l'autorizzazione dei Veri Maghi e per di più in loro assenza, mostrandosi non solo discolo ai loro occhi ma addirittura incapace di agire senza il loro sostegno, e di conseguenza non idoneo a diventare un Vero Mago lui stesso, e cosa ancora più grave di una sospensione per indisciplina era l'espulsione dalla Scuola di Magia per non idoneità alle arti magiche.
Figura di merda numero due: l'Apprendista Mago aveva sempre pensato di non possedere arti magiche e a dir la verità non credeva nemmeno che esistessero o che qualcuno le possedesse davvero, finché un giorno non gli capitò di fare una magia per puro caso e di ottenere il plauso e l'ammirazione di tutti, vabbe’ che la magia l'aveva fatta a Sant'Elia dove hanno successo anche i venditori di fumo, però intanto la sensazione di essere utile a qualcuno l'aveva spinto sulla via della Scuola di Magia, dove voleva perfezionarsi sino a diventare un Vero Mago e, quindi, un Custode della Vita del Principe del Bene. Questa scelta professionalizzante aveva però provocato le risate dei suoi amici che da allora lo chiamavano Merlino il Frocino e non credevano nella magia e non potevano capire le sue motivazioni più profonde e se avessero saputo che lo faceva per poter salvare un giorno se necessario la vita al Principe del Bene, chissà cos'altro avrebbero detto di lui. Anche se temeva che convincerli di possedere e di poter usare arti magiche avrebbe fatto sì che i suoi amici lo coinvolgessero in azioni illegali, voleva a tutti i costi dimostrare loro di possedere e di poter usare arti magiche, di essere una persona capace e importante per la vita di qualcuno, insomma di non essere un Nessuno! Ma se l'Apprendista Mago fosse risultato solo un fervido fantasioso? Avrebbe fatto una figura di merda tale coi suoi amici diffidenti che nemmeno una magia avrebbe potuto cancellarla.

Il fatto è che più passava il tempo (una notte un giorno una notte ed ora un altro giorno in corso, e in corsa contro il tempo per salvare il mondo) più dubitava di ciò che il Libro Magico gli aveva detto: il suo diventava man mano sempre più un presentimento atroce che una certezza del pericolo; si può basare un'azione militare sul presentimento di un Apprendista Mago il quale più passava il tempo più dubitava del suo ricordo delle parole esatte che aveva letto sul Libro Magico? Insomma, l'Apprendista Mago correva lungo la strada che costeggia il mare, ai piedi della montagna, e cercava di ricordare le parole esatte che aveva letto sul Libro Magico e non ci riusciva, ricordava solo la sensazione di terrore di impotenza di responsabilità che aveva accompagnato la lettura; e ora la pagina era scomparsa per sempre e non poteva più ricontrollarla, poteva solo correre e sperare di trovare tracce concrete del pericolo con cui motivare la sua azione e sperare di arrivare in tempo per impedire il peggio e sperare che fosse tutto un falso allarme, anche perché non si sentiva idoneo ad intervenire, e inoltre quale Esercito di Difesa che si rispetti avrebbe preso ordini da un Apprendista Mago sconosciuto e sulla base di un'informazione segreta che oramai, scomparsa la pagina del Libro Magico, era giustificabile solo con una sensazione molto forte di pericolo? Roba da film. Quindi: figura di merda anche con l'Esercito di Difesa accompagnata dal rischio di essere arrestato per procurato allarme e per intralcio alle normali azioni di custodia controllo protezione difesa del Principe del Bene che intanto, ignaro di tutto, si godeva i festeggiamenti del  Ferragosto.
I dubbi aumentavano, le certezze vacillavano, l'Apprendista Mago correva come un matto e piangeva anche, disperato perché a quel punto non sapeva più cosa pensare cosa fare non aveva nessuno con cui parlare di questo dubbio era stato lasciato solo da quegli stronzi dei Veri Maghi sapientoni che non erano altro, tutti tranquilli in villeggiatura mentre lui cucciolo era rimasto solo a lottare contro la sua fobia più grande ancora ben presente e forte e che stava per avere la meglio su di lui ma d'altronde cosa doveva fare se tutto fosse stato vero il Principe del Bene sarebbe morto e il suo mondo sarebbe crollato di nuovo e lui non poteva permetterlo non poteva permettere che succedesse di nuovo soprattutto ora che gli era stata data la possibilità di sapere in anticipo cosa sarebbe successo e di impedirlo prima che fosse troppo tardi non voleva commettere di nuovo quell'errore perché ora che era finalmente un vero Apprendista Mago sarebbe stato stupido da parte sua ma più correva più era assalito dai dubbi e le sue certezze su ciò che aveva letto vacillavano e anche le gambe gli facevano male e non ne poteva più eppure continuava a correre nel terrore che fosse tutto vero e che sarebbe arrivato troppo tardi e che il suo mondo sarebbe crollato stavolta per colpa sua solo sua e nessuno avrebbe saputo che aveva letto di nascosto il Libro Magico ma lui avrebbe saputo per sempre che aveva letto della morte del Principe del Bene in anticipo e non aveva fatto nulla per impedirlo e il senso di colpa già lo attanagliava con forza e lo spingeva a correre ancora più a rotta di collo e si sentiva stupido nel rendersi conto che forse era tutta una sua paura una sua fobia che lo spingeva e non reali parole lette su un libro autorevole eppure continuava a correre e a sperare di cadere battere la testa e scordare tutto perché temeva che se tutto fosse stato vero stavolta non sarebbe comunque sopravvissuto e continuava a correre e a sperare di svegliarsi tutto sudato.
E poi, come se il Principe del Bene e il suo staff fossero degli sprovveduti. Non combattevano forse ogni giorno e con successo contro il Male? E poi, se il pericolo fosse stato reale, i Veri Maghi sarebbero forse andati in villeggiatura per un mese intero, chi a Villasimìus, chi in Costa Smeralda, lasciando tutto in mano a quel minchione dell'Apprendista Mago? No, non credo.

Elle


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