martedì 26 febbraio 2013

Anna Karenina


Anna Karenina
(UK 2012)

Regia: Joe Wright
Sceneggiatura: Tom Stoppard
Tratto dal romanzo: Anna Karenina di Leo Tolstoy
Cast: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson, Domhnall Gleeson, Alicia Vikander, Kelly MacDonald, Matthew MacFayden, Michelle Dockery, Emily Watson, Holliday Grainger, Shirley Henderson
Genere: anglo-russo
Se ti piace guarda anche: Jane Eyre, Espiazione, Orgoglio e pregiudizio, Moulin Rouge!

Oggi parliamo di Анна Каренина.
Cooosa?

Eddai, non scappate subito davanti alla prima difficoltà. Mi riferisco ad Anna Karenina, scritto così vi piace di più? Si tratta di un tomo russo realista pubblicato a fine Ottocento.
Coooooooooosa?

Siete scappati di nuovo? Tornate qui, che non parliamo del libro. Parliamo della trasposizione cinematografica alla portata di tutti. O quasi. È chiaro che se uno è in serata da ridarola, questo non è il film più consigliabile. Sebbene all’inizio un paio di momenti quasi divertenti ci sono anche. Un paio di momenti in cui scappa il sorriso, non la ridarola.
Per il resto, Анна Каренина, volevo dire Anna Karenina è un drammone in costume, una vicenda che narra di intrighi romantici nell’alta società russa, cosa che raccontata così può non rappresentare il massimo dell’interesse. Infatti è così. Eppure l’infelice vita di questi ricconi russi riesce a trasformarsi in un film molto coinvolgente, oserei quasi direi trascinante. Il merito è di una messa in scena spettacolosa, con pochi esterni e diverse scene ambiante a teatro, cosa che però non lo fa apparire un film meramente teatrale e insomma non so come abbia fatto il regista. Joe Wright, come hai compiuto questa magia? Sei un fottuto genio.



La vicenda principale, quella dell’amore galeotto tra Keira Knightley, sposata con un Jude Law in brutta versione da pelatone, e il playboy Aaron Johnson, è bella, intensa e sofferta, però - ammettiamolo - è un po’ la solita storia d’amore galeotto vista e rivista in altri film in costume. E io non ho nemmeno visto così tanti film in costume.
La pellicola riesce però a riempire, se non il cuore, almeno gli occhi di bellezza, grazie alla regia enorme di Joe Wright, insieme a Steve McQueen oggi il più grande talento registico del Regno Unito, e a una realizzazione tecnica strepitosa. Io di solito non mi entusiasmo così tanto per questi aspetti, però in Anna Karenina scenografie, costumi, trucco e parrucco sono davvero sontuosi. Ci troviamo al top dei top dell’anno per quanto riguarda questi ambiti. Persino Les Misérables fa una figura misérabile al confronto.
L’altro valore aggiunto sono le musiche splendide di Dario Marianelli, classico esempio di fuga di cervelli e pure di fuga di talenti compositivi dalla nostra povera, sempre più povera italietta.



Veniamo quindi al reparto attoriale. Keira Knightley è una nota delicata: adorata da alcuni, soprattutto dal pubblico femminile, che la vede icona ideale di un certo tipo di bellezza classico, mal sopportata invece da altri, viste le sue continue smorfiette gne gne e un modo di recitare tutto suo. Io sto un po’ nel mezzo tra i due fuochi. Nelle sue ultime interpretazioni non l’ho sopportata: nella per il resto ottima commedia Cercasi amore per la fine del mondo lei non mi ha convinto, mentre in A Dangerous Method l’ho trovata addirittura agghiacciante. In altri film invece l’ho apprezzata, in particolare in quelli girati da Joe Wright, il valido Orgoglio e pregiudizio e lo stupendo Espiazione. Joe Wright, oltre a essere un fenomeno con la macchina da presa, possiamo allora considerarlo un fenomeno pure perché riesce a far recitare bene Keira, cosa che riesce a pochi registi. Rispetto a O&P e a Espiazione qui Keira è un po’ in ribasso, ma in compenso se la cava parecchio meglio che in A Dangerous Method. Accontentiamoci.



Il resto del cast se la comporta alla grande, a partire dal kick-ass Aaron Johnson, che adesso si chiama Aaron Taylor-Jonhson perché si è sposato con la regista Sam Taylor-Wood, donna di 23 anni più anziana di lui. Che uno pensa, vabbè se è una MILF come Demi Moore, ha fatto bene. Benone. E invece lei non è proprio Demi Moore. Comunque oltre ad Aaron Johnson fa un figurone anche Jude Law, uno che di solito fa il figo, mentre qui è parecchio imbruttito e ciò nonostante riesce a essere particolarmente convincente. Sorprendente pure il roscio de cavei Domhnall Gleeson, visto finora nella saga di Harry Potter ma pure in un episodio di Black Mirror, e attenzione alla giovane svedese Alicia Vikander, quella sgnacchera di A Royal Affair, uno dei candidati all’Oscar di miglior film straniero. Sono una garanzia poi le varie comprimarie, Kelly MacDonald di Boardwalk Empire e Michelle Dockery da Downton Abbey su tutte, ed è proprio questo un problema, diciamo un problemino del film.
Si tratta di una vicenda russa, molto russa, pure troppo, eppure l’atmosfera è parecchio British. Colpa proprio dell’eccessiva bravura del cast quasi interamente britannico. Vedere questi russi che parlano un inglese fluente da perfetti baronetti è un po’ straniante. Dettaglio che potrebbe sparire nella versione doppiata in italiano. Oppure diventare ancora più straniante, dipende chi hanno scelto come doppiatori…
Questo comunque si chiama fare i precisetti, voler andare a trovare il pelo nell’uovo. Un uovo costruito in maniera sontuosa e impeccabile, cui manca giusto un pochino di calore in più per diventare un uovo cotto alla perfezione, volevo dire un film da portare con sé nel cuore. Ma d’altra parte da una vicenda russa raccontata dagli inglesi troppo calore sarebbe risultato inappropriato.
Da conservare nel cuore resta comunque soprattutto una sequenza: la scena del ballo di Keira Knightley con Aaron Johnson vale da sola la visione del film e vale anche 92 minuti di applausi. Una scena davvero Karina. Di più, una scena davvero Karenina.
(voto 7,5/10)

Cannibal Kid


lunedì 25 febbraio 2013

La tensione di Violet a L'OrablùBar - le foto




Ecco alcune immagini della serata di sabato 23 a L'OrablùBar, protagonisti La tensione di Violet, Morena e Jacopo, ed alcuni special guest. Grazie mille a Paolo per le foto.

 


venerdì 22 febbraio 2013

Finalmente sabato! La tensione di Violet


Il primo concerto acustico di quest'anno avverrà domani all'interno della rassegna "Finalmente sabato! (e dintorni)". Il duo La tensione di Violet, composto da Morena d'Elia e Jacopo Grande, si esibirà dalle ore 22 circa a L'OrablùBar. Vi aspettiamo!

mercoledì 20 febbraio 2013

Il lato positivo



Il lato positivo - Silver Linings Playbook
(USA 2012)
Titolo originale: Silver Linings Playbook
Regia: David O. Russell
Sceneggiatura: David O. Russell
Tratto dal libro: The Silver Linings Playbook di Matthew Quick
Genere: pazzo
Se ti piace guarda anche: Ubriaco d’amore, Ruby Sparks, Le strane coincidenze della vita - I Heart Huckabees
Uscita italiana: 7 marzo

Pat (Bradley Cooper) impazzisce quando sente questa canzone, “My Cherie Amour” di Stevie Wonder. Impazzisce non di gioia. Dà i numeri. Va fuori. Sclera di brutto perché è il pezzo che gli ricorda il suo matrimonio finito.



Ecco. Io ho una reazione simile ogni volta che ascolto un pezzo dei Modà. Cioè, come si fa a non impazzire quando si sente quella voce urticante di Kekko cantare? Eh, me lo sapete spiegare COME SI FA? Com’è possibile che quello lì sia considerato da qualcuno un GRANDE CANTANTE O ANCHE SOLO UN CANTANTE? QUELL’URLATORE FOLLE LI’ SAREBBE UN CANTANTE?

Ci sono altre cose che però mi fanno perdere il senno. Non il sonno, magari. Il senno sì. Com’è possibile che ai prossimi Oscar vincerà quasi sicuramente Lincoln? O, se non vincerà Lincoln che se non altro è un film di interesse storico, vinceranno pellicole ancora peggiori come la fiabetta zen da quattro soldi di Vita di Pi o il musicarello fracassatimpani Les Misérables? Esiste anche una possibilità che possa vincere un buon film come Argo. È quasi impossibile invece che vinceranno i film migliori, dei film STREPITOSI come Django Unchained, Zero Dark Thirty, Re della terra selvaggia o questo Il lato positivo, il mio personale preferito. Sì, persino più di Django. Sì, l’ho detto.
È facile dire che si deve guardare il lato positivo, ma come si fa quando esistono tali ingiustizie nel mondo? Eh? COME SI FA, MALEDIZIONE, COME SI FA?

Scusate lo sfogo. Ora che ho preso i miei medicinali, mi sento più tranquillo. La mente è annebbiata, un poco annebbiata. Mi sento rintontito. Sensazione non nuova. Almeno sono più rilassato e vi posso parlare con calma di Silver Linings Playbook.
Questione titolo. La faccenda si complica subito. Respira, Cannibal, respira. Devi stare molto calmo, come canta Neffa in radio in questi giorni.
Silver Linings Playbook è un titolo intraducibile. La traduzione letterale sarebbe “L’orlo argenteo del libretto” e il titolo con cui si era pensato di farlo uscire all’inizio era “L’orlo argenteo delle nuvole”, non esattamente uno di quei titoli che si ricordano facilmente.
“Cosa andiamo a vedere questa sera?”
“Oh, io volevo vedere quel film con la tipa sgnacchera di Hunger Games e il tipo di Una notte da leoni. Come si chiama? Non mi viene più in mente. Il coso d’argento di non mi ricordo più cosa… Vabbè, lasciamo perdere. Andiamo a vedere il film di Alessandro Siani che facciamo prima…”.
Un titolo del genere non era nemmeno tanto male, visto che l’originale inglese fa riferimento ai versi della poesia di John Milton “Comus”.

“Was I deceiv’d, or did a sable cloud
Turn forth her silver lining on the night?”

Una frasa positiva, che significa che dietro ogni nuvola oscura, si nasconde uno spiraglio argenteo di luce.
Tradotto in termini cinematografici: dietro ogni pessimo Cloud Atlas, si nasconde uno splendido Silver Linings Playbook. Ma questa - forse - è un’interpretazione tutta mia delle parole usate da John Milton nella sua poesia del 1634.
Alla fine, la distribuzione italiana ha deciso di fare uscire il film con il più semplice “Il lato positivo”, una semplificazione eccessiva, ma che comunque rende all’incirca il messaggio dell’originale. Magari non un titolo favoloso, ma se non altro non un obbrobrio come Eternal Sunshine of the Spotless Mind reso con l’ammiccante Se mi lasci ti cancello.
Cerco allora di vedere il lato positivo e non infervorarmi, una volta tanto, con la distribuzione italiana. Se con il titolo hanno fatto quello che potevano, e non era impresa facile, c’è da lamentarsi allora semmai per il ritardo con cui verrà distribuita la pellicola, in uscita in Italia solo il 7 marzo. Sarebbe stato troppo furbo farla uscire prima degli Oscar, per sfruttare l’hype delle ben 8 meritate nomination agguantate agli Oscar? SAREBBE STATA UNA MOSSA TROPPO ASTUTA? EH?




Perché mi arrabbio ancora? Ormai dovrei esserci abituato, a queste mosse nonsense della fantascientifica distribuzione nostrana. Meglio allora parlare del film.
Che bel film. Il lato positivo sì che è un toccasana positivo. È una commedia che fa ridere. Cosa che dovrebbe essere scontata invece no. È sempre più un evento trovare una commedia che sappia davvero far ridere. Spesso fanno più ridere folli esperimenti tra sci-fi e horror come John Dies at the End o dramedy come Quasi amici. Questa invece è una commedia vera e propria e mi ha fatto ridere. Molto. Miracolo. Una commedia folle sulla follia. Il regista David O. Russell, non fenomenale però bravo, dopo la parentesi sul ring con The Fighter, non fenomenale però bello, torna dalle parti di I ♥ Huckabees, da noi anche noto con lo strano titolo di Le strane coincidenze della vita, una pellicola illuminata da lampi di stralunata genialità alla Wes Anderson, un film imperfetto che però avevo adorato.
Con Il lato positivo, Russell cambia ancora lato. Non so se questa cosa mi piaccia o meno. A ogni suo film, il suo cinema è diverso. Tra l’acerbo Amori e disastri, The Fighter, Le strane coincidenze della vita e questo è davvero dura trovare dei punti di contatto. Il suo cinema è in costante evoluzione, non offre punti di riferimento solidi. E ciò è un bene, guardando l’orlo argenteo che sbuca fuori. Guardando invece le nubi, David O. Russell non ha uno stile definito, tutto suo, non ha una sua specifica poetica tipica dei grandi autori.
Detto questo, Silver Linings Playbook è di gran lunga il suo film migliore, quello che magari marcherà la sua cifra stilistica da qui in avanti. O magari no, magari il regista e sceneggiatore cercherà nuove sfide e volerà tra altre nuvole, alla ricerca di nuovi spiragli di luce.



Silver Linings Playbook è un film clamorosamente bello. O magari no. È solo che provoca un effetto positivo. Mi fa stare bene mi fa stare bene mi fa stare bene ma non è (per fortuna) una canzone di Biagio Antonacci. Più che un film, è una cazzo di terapia. Non solo per il protagonista Pat, un Bradley Cooper che qui è bravo. Non stellare. Non da Oscar magari, ma la nomination per lui ci sta tutta. È anche una terapia per lo spettatore. Una terapia non fatta di sedute psicanalitiche, come ci si potrebbe attendere a inizio pellicola. A muovere il cambiamento del protagonista è l’incontro con una tipa che forse è persino più stralunata di lui. E sì che lui è uno che in piena notte sveglia tutto il vicinato lamentandosi per il finale tragico di Addio alle armi di Ernest “fottuto” Hemingway. Lei, Tiffany, è ancora più fuori di lui. Lei, Tiffany, è interpretata da Jennifer Lawrence, ripeto: Jennifer Lawrence, qui irresistibile, fuliminata, vedova e pure affetta da ninfomania. Chi non vuole aiutare una come Jennifer Lawrence alleviare il dolore per la sua perdita?
Il protagonista Pat, ecco chi. Giusto un pazzo può non essere pazzo per Jennifer Lawrence. A sua discolpa, va detto che è ancora preso dalla moglie, quella con cui aveva diviso il ballo sulle dolci note di Stevie Wonder che vi ho fatto sorbire ascoltare in apertura di post, quella che però non vede più da quando lui è stato ricoverato in manicomio, pardon in una struttura psichiatrica. Perché lui, non ve l’ho ancora detto?, è affetto da disturbo bipolare, quindi un momento è tutto tranquillo e a posto e poi all’improvviso sclera e dà di matto.



Cosa succede dall’incontro tra due matti?
Sono scintille, ecco cosa succede, e intorno a loro verranno coinvolti anche tutti gli altri personaggi, da un Robert De Niro finalmente tornato a un’interpretazione degna di nota e da nomination agli Oscar, fino a un sorprendente Chris Tucker, quello finora conosciuto per i Rush Hour con Jackie Chain e qui capace di mostrare un lato inedito, un lato positivo.
Che altro succede, dall’incontro tra due matti?
Succede che ve lo scoprite da soli. Perché se non guardate questo film giuro che potrei perdere la pazienza. Sono stato buono e quieto per quasi tutto il post, però se mi dite che Il lato positivo non lo volete vedere io perdo le staffe e vi faccio vedere il mio lato negativo, avete capito? NON L’AVETE CAPITO? VOLETE PROPRIO FARMI URLARE E COSTRINGERVI A VEDERLO A COSTO DI LEGARVI A UNA SEDIA? PER CHI MI AVETE PRESO? PER UN PAZZO? UN PAZZO FURIOSO? UN PAZZO PERICOLOSO? UN PAZZO URLATORE COME IL MALEDETTO CANTANTE DEI MALEDETTI MODA’?

Okay, mi hanno portato di nuovo i miei medicinali. Non mi piace prenderli, però so che mi aiutano. Mi hanno fatto tornare quieto, pacifico. Sono tornato calmo e in pace con il mondo. Però volevo dire ancora una cosa: chi si lamenterà per il finale, oltre a rischiare seriamente di scatenare DI NUOVO TUTTA LA MIA IRA, vorrà dire che non ha capito un beneamato CA…volo dello spirito di questo film. Un film Excelsior.
(voto 9/10)

Cannibal Kid

domenica 17 febbraio 2013

La musica è sempre più blu ovvero Sanremo ci fa una pippa!


È ora di tirare le conclusioni dopo aver chiuso il primo tentativo di coinvolgimento con chi ci segue da queste pagine. Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione fin dll'inizio, in gennaio, quando abbiamo fatto partire questa macchina da guerra innarestabile... e pensare che lo facciamo per puro divertimento...
Blackswan, ideatore insieme a Lozirion dell'idea del Controfestival, ha detto tutto sul suo blog. Il copia e incolla su queste pagine è indiscutibile ;-)
Prima di passare alle bellissime parole e a qualche immagine della serata una piccola comincazione di servizio in particolar modo ai blogger vincitori che saranno menzionati in questo post: nei prossimi giorni vi verranno inviati i premi (uno è già stato distribuito in sala), uno di questi sarà un jpg celebrativo in modo da poterlo sfoggiare nel proprio blog.
Un grazie ancora a tutti e alla prossima...

SANREMO CI FA UNA PIPPA!
C’è una bella frase di Walt Disney che tengo stretta al cuore e porto sempre con me, ovunque vada: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. L’ assunto sarebbe ineccepibile, se non ci fosse quel verbo “sognare” a rendere tutto estremamente complesso. Già, perché non sempre si ha la forza di sognare e spesso la prudenza usa l’arma della ragionevolezza per tenerci coi piedi per terra e costringerci alla realtà. A volte però capita di condividere lo stesso sogno, che allora diventa più forte e si gonfia come un’onda in piena che travolge ogni ostacolo che gli sbarra la strada. La prolusione, lo so, è un po’ enfatica, ma spiega molto bene come è nato il Controfestival La musica è sempre più blù e come si è potuta realizzare una serata divertente e giocosa come quella di ieri.



Quando l’amico Lozirion, visionario come non mai, ha pensato che si potesse creare un contest musicale che nascesse e si sviluppasse nel web con il contributo di una “corale” blogger, ho impiegato tre secondi ad abbracciare l’idea e a farla mia. E dal momento che una scintilla è in grado di far divampare un incendio se il vento soffia nella direzione giusta, ho pensato che la finale di questo festival potesse essere reale, che il virtuale del computer e persone in carne e ossa potessero condividere una comune, per quanto bizzarra, esperienza musicale. Il sogno, dunque, stava prendendo forma. Gli amici dell’Orablù (Preside e VicePreside in testa), che quando si tratta di sogni non vedono l’ora di lucidare le ali, hanno detto subito sì, tre secondi netti anche loro.


Poco importa che il Controfestival fosse una scommessa e il rischio di un flop fosse alto: si vince solo se si rischia, e tanto basta. A questo punto, serviva soltanto qualcuno abbastanza pazzo da prendersi carico delle sorti della serata salendo sul palco a presentare l’evento e intrattenere il pubblico. Mica pizza e fichi, insomma. Quando glielo abbiamo chiesto, Giorgio non ci ha nemmeno fatto finire la domanda: ha impiegato meno di tre secondi per indossare il papillon, salire sul palco e travolgere tutti con la sua inesauribile carica di simpatia e umanità.

E siccome i sogni sono contagiosi, Silvia e Francesca si sono subito immolate sull’altare del controfestival, inventandosi una performance autoironica da vallette trash che entrerà nella storia dello spettacolo. A tutti loro, a chi si è sbattuto perché la serata riuscisse, voglio dire grazie.

Grazie al pubblico meraviglioso che per undici volte di fila ha brandito la paletta come fosse una durlindana colorata; grazie alla mamma di Lozirion che in tempo da record quelle palette ci ha fornito; grazie a Cherotto e al suo genio artistico; grazie a Pablo che è un tecnico audio e video con i controzebedei; grazie a tutti quelli che sono venuti vestiti da rockstar (erano presenti Vasco Rossi, Bob Marley, Angus Young, Lucio Battisti, e la Amy Winehouse più sobria della storia) e agli amici che sono arrivati fin da Bergamo per stare con noi.

Grazie ai blogger presenti in sala (Pa e Irriverent Escapedes) e a quelli che non sono potuti venire perché influenzati (Metiu); grazie allo Zio Fonta per le pizze squisite sfornate alla velocità della luce e grazie ai ragazzi del bar che si sono fatti un mazzo tanto sgambettando fra un tavolo e l’altro. Ma soprattutto, grazie a voi tutti, amici blogger, che ci avete regalato il vostro sogno, il vostro tempo, la vostra pagina blog, le vostre canzoni e i vostri voti, affinchè l’evento fosse un successo. Se ieri sera settanta persone si sono divertite, hanno riso, sorriso e hanno ascoltato ottima musica, il merito è tutto vostro.


e grazie a te Nick per il bel post!

Passiamo ai vincitori:

Per la categoria
DODICI
ANNI DI MUSICA ALTERNATIVA ITALIANA:

Baustelle
La guerra è finita
 

proposta da: Cannibal Kid



Per la categoria
ITALIAN TRASH:

Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici
Italia amore mio



proposta da: Stefy e Cannibal Kid


Per la categoria
ITALIAN BEST:



Frankie HI NRG
Quelli che benpensano
(canzone più votata tra quelle in gara)


proposta da: Metiu e Lucien


sabato 16 febbraio 2013

la musica è sempre piu' blu - serata finale

Ci siamo. tutto è pronto o quasi... a breve partirà la diretta streaming del nostro controfestival. Buona visione ;-)
Live streaming by Ustream

martedì 12 febbraio 2013

Noi siamo infinito


 

Caro amico, ti scrivo perché ho visto un film bellissimo. Sarebbe piaciuto molto anche a te. È ambientato tra fine ’80 e primissimi anni ‘90 e so quanto a te piacciano le pellicole ambientate in quel periodo. E poi è una storia teen, tratta di tematiche come il suicidio, le difficoltà ma anche i vantaggi di essere un wallflower, uno che fa tappezzeria, un ragazzo da parete, uno che non fa parte dei tipi cool della scuola. Ricorda vagamente Donnie Darko, ma senza la componente fantascientifica e horror e ricorda anche Il giardino delle vergini suicide, ma con tinte più comedy. Insomma, lo avresti a-do-ra-to.



Così come avresti adorato i tre protagonisti, 3 dreamers meno incasinati sessualmente di quelli di Bertolucci. Siamo pur sempre in America e non nella più libertina Francia. Il protagonista, Logan Lerman, è il classico ragazzino su cui non avresti scommesso due euro nemmeno tu appassionato di robe adolescenziali. Ha fatto Percy Jackson, che poi non era nemmeno tanto terribile come tutti dicono, e lì non è che sembrasse un attore fenomenale. Nemmeno qui sembra fenomenale, eppure è perfetto nella parte del wallflower.
Il meglio arriva comunque con i due comprimari. Emma Watson pure lei proviene dal fantasy, dalla saga di Harry Potter in cui si rivelava come la migliore tra i giovani maghetti. La cosa più magica dell’intera serie era vederla trasformarsi da bimbetta secchiona so-tutto-io a donnina con tutte le cose al posto giusto. L’esame di maturità l’ha però passato solo ora. In questo film illumina la scena, è la “ragazza più carina della stanza”, senza dubbio.
E poi c’è Ezra Miller, il ragazzino disturbato di Afterschool e …E ora parliamo di Kevin, ora alle prese una volta tanto con un personaggio non da ragazzino disturbato, bensì di un tizio originale, sempre sopra le righe, uno che recita la parte del “dolce travestito” del The Rocky Horror Picture Show e che prende per il culo i professori. L’interpretazione di Ezra è qualcosa di fenomenale, mi ha ricordato l’energia anarchica di Heath Ledger ai tempi dei suoi esordi teen in 10 cose che odio di te. Quanto avevi amato quel film, vero? In quel caso, l’ispirazione per il film veniva dal Bardo Shakespeare. In questo film, invece, l’ispirazione è decisamente più recente.


The Perks of Being a Wallflower, così si chiama il film di cui ti sto parlando in questa lettera, è sceneggiato e girato da Stephen Chbosky a partire da un suo stesso romanzo epistolare, uscito in italia con il titolo Ragazzo da parete. Chbosky, non chiedermi come si pronuncia, è stato anche il co-creatore della serie tv Jericho che, lo confesso solo a te, non è che fosse un granché. Il suo Ragazzo da parete è stato un romanzo parecchio discusso, negli USA, ed è diventato un piccolo grande cult, negli USA. In Italia invece è passato piuttosto inosservato, ma la cosa certo non ti sorprenderà.



Le parole comunque non credo possano bastare per riportare tutta la poesia di questo film, il suo riuscire a raccontare in maniera perfetta il periodo dell’adolescenza, sia nel suo lato più merdoso e complicato, sia nello stupore di vedere e fare cose per la prima volta. Perciò insieme alla lettera ti allego una cassetta. Ti ho fatto una musicassetta mixtape, come quelle che ti preparavo una volta. È il modo migliore per “sentire” questo film. Dentro c’ho registrato i pezzi più significativi della colonna sonora. Spero ti piacciano, ce n’è un po’ per tutti i momenti.

C’è la ninna nanna perfetta.


Il pezzo con cui scatenarsi sulla pista da ballo.


La canzone con cui non sei una storia triste, ma ti senti vivo.


Caro amico, mi sarebbe insomma piaciuto molto vederlo con te, questo Noi siamo infinito, Ragazzo da parete, The Perks of Being a Wallflower o come diavolo preferisci chiamarlo. So che l’avresti adorato.

Sinceramente tuo,

Noi siamo infinito
(USA 2012)
Titolo originale: The Perks of Being a Wallflower
Regia: Stephen Chbosky
Sceneggiatura: Stephen Chbosky
Tratto dal romanzo: Ragazzo da parete di… Stephen Chbosky
Cast: Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller, Nina Dobrev, Nicholas Braun, Mae Whitman, Erin Wilhelmi, Paul Rudd, Dylan McDermott, Kate Walsh, Tom Savini, Julia Garner, Melanie Lynskey, Landon Pigg, Joan Cusack
Genere: adolescenziale
Se ti piace guarda anche: Il giardino delle vergini suicide, Donnie Darko, Breakfast Club, L’attimo fuggente

(voto 8,5/10)

La musica è sempre più blu - I finalisti




Amici followers, siamo davvero alla resa dei conti per LA MUSICA E' SEMPRE PIU' BLU!

Le votazioni relative alle tre categorie in gara e alla categoria off-contest dell’ospite straniero sono terminati. Degli oltre 200 pezzi partecipanti, i tre brani di ogni categoria (quattro nei casi di ex aequo) più votati dal popolo del web durante le settimane appena trascorse si sono aggiudicati un posto per la finale, e saranno nuovamente giudicati dal pubblico del web e da una giuria in carne ed ossa! La finale infatti si terrà presso i locali dell’OrablùBar di Bollate (MI) la sera di sabato 16 febbraio, e il pubblico presente alla serata formerà la giuria di qualità del nostro controfestival, che andrà a sommare i propri voti a quelli espressi dal pubblico del web. Le votazioni web sono quindi nuovamente aperte e potrete ascoltare e votare i pezzi di tutte e tre le categorie in gara su questo e sugli altri blog che hanno contribuito alla buona riuscita di questo controfestival, oltre che naturalmente sul blog dell’Orablù. Come in ogni festival che si rispetti la giuria di qualità assumerà il ruolo di giuria demoscopica, per evitare possibili “brogli”, ed avrà quindi un peso diverso da quello dei voti espressi sul web.

Durante la serata, che - per chi non riuscirà ad essere fisicamente presente all’OrablùBar - sarà visibile in diretta streaming sui diversi blog, saranno riproposte le canzoni finaliste, ed infine saranno decretati i vincitori di ogni categoria. I partecipanti che hanno presentato le canzoni vincitrici riceveranno un premio.

Detto questo è arrivata l’ora di annunciare ufficialmente i pezzi ancora in gara (rigorosamente in ordine alfabetico)!

Per la categoria
DODICI ANNI DI MUSICA ALTERNATIVA ITALIANA:

Afterhours
Ballata per la mia piccola iena


Afterhours
Quello che non c'è


Baustelle
La guerra è finita




Offlaga Disco Pax
Robespierre



Per la categoria
ITALIAN BEST:

Area
Gioia e rivoluzione


Fiorella Mannoia
Il cielo d'Irlanda


Frankie HI NRG
Quelli che benpensano


Lucio Battisti
Il mio canto libero



Per la categoria
ITALIAN TRASH:




Andrea Vantini
Meno male che Silvio c'é




Povia
Vorrei avere il becco




Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici
Italia amore mio


Per la categoria
L’OSPITE STRANIERO:




Patti Smith
Banga




The Rolling Stones
Doom & Gloom




Wilco
Art of almost



Non resta che darvi di nuovo appuntamento per il 16 febbraio a L'OrablùBar o diretta streaming su questo blog o sui blog collegati alla manifestazione... vi aspettiamo!

(grazie mille a Scapigliati per l'immagine di apertura del post)