lunedì 6 maggio 2013

Un approdo tranquillo




Il sole, a picco sulle nostre teste, il frinire, incessante, delle cicale è ormai entrato nelle orecchie superato, per intensità, solo dal potente soffio del Mistral.
Camminiamo di buon passo per arrivare alla Courtade, la spiaggia più piccola, meno accessibile, lontana dal centro di Porquerolles, nostro buen retiro.
Nel dipartimento del Var, Porquerolles è la più grande, la più conosciuta, la più (ahimè) turistica delle isole di Hyères (les Iles d’Or). Tre isole (Porquerolles, Port Cros, le Levant) e una manciata di spuntoni rocciosi che solo i francesi, nella loro grandeur, riescono a definire isolotti. Siamo a poco meno di 500km da Milano, a 20 da Tolone circa 50 da Marsiglia.
Piazzeforti militari (ben visibili i resti dei forti) fin dal XVI secolo, nelle epoche successive videro passaggi di ogni tipo di soldati ed eserciti, fini alle navi degli alleati che, nel 1945 andavano a liberare la Provenza.
Storia un po’ diversa per le Levant, da covo di pirati, nel VI secolo, a penitenziario nel XIX°; oggi le Levant rimane la più incontaminata delle tre grandi isole, essendo divisa tra il controllo militare e il villaggio naturista di Héliopolis. Qui si accede solo se naturisti: questa forma di “discriminazione positiva” ha fatto si che le Levant conservasse una notevole integrità di fauna e flora, soprattutto nei fondali marini.
Proprietà private, fino alla prima metà del XX secolo, ora Port Cros e Porquerolles sono parchi nazionali, di proprietà statale. La protezione della natura (una splendida macchia mediterranea con presenza di vegetazione tipica di zone tropicali) è al primo posto delle priorità: non si può fumare (in giro per l’isola), assolutamente vietato il campeggio (sia libero, sia controllato, non ci sono camping) e non ci sono automobili: ci si sposta in mtb o a piedi. Si è collegati alla terraferma da un servizio di battelli che partono ogni ora dal Porto di Hyères o (molto più suggestivo) dalla Tour Fondue (il nome, appunto, dai resti del forte di avvistamento) punta quasi estrema della penisola di Hyères.
Dal porticciolo dell’isola ci appare il “centro” di Porquerolles. Un gruppo di case, dai colori e profumi di Provenza. La piazza del gioco delle bocce, comune nei paesini di questa zona, tanto quanto le varie piazze Mazzini o Garibaldi da noi. Una manciata di negozietti, un paio di ristorantini, il noleggiatore di bici e di barche.
E’ da suicidio vedere questo luogo dell’anima nel periodo della piena estate (luglio/agosto) quando i traghetti della TLV “vomitano” (mi sia concesso il termine un po’ pulp) turisti affamati di un posto spiaggia che si scapicollano verso la Plage d’Argent, la più vicina al porto. Plage d’Argent, per la sabbia grigia, che grazie al riflesso del sole, sembra appunto d’argento….inutile dire che, in piena estate sembra un mix fra le spiagge super affollate della riviera adriatica nostrana e la Costa Smeralda con i suoi yacht ormeggiati al largo…
Più lontana (circa 30 minuti, di buon passo) è la spiaggia di Notre Dame, la più grande dell’isola, con alle spalle una bella pineta di pini marittimi. Di fronte, ovunque, un mare dalle sfumature smeraldo e turchese, completa il panorama da “Laguna Blu”…
Posto, dicevo, che bisogna assolutamente evitare d’estate: in primavera o alla fine di settembre Porquerolles si presenterà ai nostri occhi come apparve a Simenon.
Il grande autore belga, completamente travolto dalla “porquerolite” che scriverà qui un buon numero di opere, ambientandoci anche tre romanzi e un racconto.
Sull’isola lo ricordano come “il puttaniere”, l’uomo delle nebbie belghe, qui era un gaudente pescatore, giocatore di carte o bocce nonché tombeur de femmes, che non si lasciava scappare occasione di prendere alloggio a Le Mas, oggi hotel di charme, all’epoca albergo-bordello…
Oltre a Le Mas esistono altri piccoli alberghi o super lussuosi hotel (con piazzola per fare atterrare il vostro elicottero privato, sapevatelo!!!). Fuori stagione è anche possibile trovare una camera privata, a prezzi non eccessivi.
Non è esattamente dietro l’angolo, questo posto, dove, come diceva Simenon “tutti pescano, tutti giocano, tutti sparlano, non tutti amano ma nessuno ha fretta, nessuno insegue un’affermazione, un obiettivo”; dove si può camminare, a volte inerpicandosi, alla ricerca (anche interiore) e alla scoperta di posti segreti, inattesi, intonsi, accompagnati solo dall’instancabile, eterno frinire…o dalla musica (da portare con sé) di Henry Salvador (personalmente consiglio Chambre avec vue).



I.E.


Soundtrack per accompagnare la lettura:


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