martedì 9 luglio 2013

A Night at the Roxbury e Ricky Bobby




Will Ferrell. Mi sono preso una sbandata per Will Ferrell. Sono diventato gay per Will Ferrell? No. Sarebbe il caso di diventarlo per Ryan Gosling o Justin Timberlake o un bel ragazzone del genere. Per Will Ferrell no. Sarebbe lui il primo a prendermi per il culo. Prendermi per il culo inteso in senso non gay.
Per tanto tempo, per anni, l’ho colpevolmente trascurato. Mi aveva fatto morir dal ridere con le sue comparsate nel mitico 2 single a nozze (Wedding Crashers), dove interpretava un tizio che si infiltra ai funerali per rimorchiare, e nell’ancor più mitico, oserei dire leggendario, Zoolander, dove era lo stilista Mugatu. Nelle pellicole in cui era il protagonista assoluto non mi aveva invece convinto del tutto, come il natalizio Elf o come Ancorman - La leggenda di Ron Burgundy, commedia celebratissima negli USA di cui è atteso un sequel in arrivo a breve, o il non troppo divertente Candidato a sorpresa. Forse però era solo che non ero ancora pronto. Non ero pronto per la sua comicità esplosiva, sboccata e volgare fin che si vuole ma anche con lampi di genialità assoluti. E così niente, mi sono recuperato Ricky Bobby un po’ per caso e da lì ho voluto approfondire il mio rapporto con Will Ferrell. In senso sempre non gay.

Cosa ho scoperto, con questa mini-retrospettiva sul cinema d’autore (ehm, all’incirca) di Will Ferrell?
Che si tratta effettivamente di un cinema d’autore. Il Ferrell, pur non essendo regista, firma molte delle sue pellicole anche come sceneggiatore, cosa che rende omogeneo il suo parco Opere. Sì, le chiamo Opere, e allora? Ad accomunarle c’è la sua forte presenza, la sua prepotente fisicità, che ricorda moltissimo il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith. Al punto che viene davvero difficile credere non siano due gemelli divisi alla nascita.
Will Ferrell somiglia poi anche a George W. Smith, l’ex presidente degli USA che ha imitato a lungo al Saturday Night Live…





Oltre al suo aspetto fisico, buffo in un modo strano, visto che non è il solito comico basso e grassottello bensì tutto l’opposto, in una buona parte dei suoi film è presente un certo tipo di comicità che li contraddistingue. Uno stile umoristico tipicamente americano, non troppo distante da quello di un Adam Sandler, eppure ancora più politically incorrect. Non stupisce allora che diverse sue pellicole siano nell’orbita delle Judd Apatow productions, piene come sono di battute sboccate. Con in più qualche puntatina nel grottesco e nel nonsense, come dimostra una pellicola diversa dal suo repertorio solito, Vero come la finzione, di cui avevo parlato di recente.

Se volete anche voi prendervi una cotta, non gay ma se preferite pure gay, per Will Ferrell, ecco quattro pellicole che fanno al caso vostro.



A Night at the Roxbury
(USA 1998)
Regia: John Fortenberry
Sceneggiatura: Steve Koren, Will Ferrell, Chris Kattan
Cast: Will Ferrell, Chris Kattan, Molly Shannon, Jennifer Coolidge, Michael Clarke Duncan, Richard Grieco, Dan Hedaya, Loni Anderson, Eva Mendes
Genere: discoFerrell
Se ti piace guarda anche: Zoolander, Scemo & più scemo




La febbre del sabato sera per la generazione degli anni ’90. All’incirca. Più che altro si tratta di una parodia di quel film, citato anche nella scena della celebre passeggiata di John Travolta/Tony Manero, però non stiamo troppo a sottilizzare. A Night at the Roxbury getta uno sguardo sulla dance culture in maniera molto ironica, preconizzando anche la tamarro generation di Jersey Shore.
I due protagonisti sono due fratelli truzzi con look da boyband alla N SYNC che nella vita hanno in testa solo la disco e come sogno quello di aprire un giorno un locale tutto loro. Per intanto, si accontenterebbero anche solamente di entrare al Roxbury, il locale più figo in città, dove però vengono costantemente rimbalzati dal buttafuori Michael Clarke Duncan. Fino a che un giorno incontreranno Richard Grieco e la loro vita cambierà…


Da segnalare assolutamente la colonna sonora del film, che potrebbe benissimo essere stata compilata da Albertino di Radio Deejay o, in alternativa, potrebbe essere la soundtrack di un cinepanettone a caso. È un tripudio di musica disco, ma riassume il meglio (o forse dovrei dire il peggio) della trash dance anni Novanta, con dentro roba come Ace of Base, Faithless, Bamboo, N-Trance, No Mercy, La Bouche e soprattutto “What Is Love” di Haddaway, leitmotiv dell’intera pellicola.
Il film segna l’ingresso trionfale di Will Ferrell come protagonista in una commedia, dopo alcune particine minori e una serie di sketch al Saturday Night Live. Per lui si tratta anche della prima sceneggiatura, firmata insieme al co-protagonista Chris Kattan e a tale Steve Koren, e infatti sono già ravvisabili tutti gli elementi tipici della sua assurda e irresistibile comicità. Ma questo non è altro che il suo primo passo verso la grandezza.
(voto 7-/10)

Ricky Bobby - La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno
(USA 2006)
Titolo originale: Talladega Nights: The Ballad of Ricky Bobby
Regia: Adam McKay
Sceneggiatura: Will Ferrell, Adam McKay
Cast: Will Ferrell, John C. Reilly, Leslie Bibb, Gary Cole, Sacha Baron Cohen, Michael Clarke Duncan, Jane Lynch, Molly Shannon, Amy Adams, Greg Germann, Jack McBrayer, David Koechner, Mos Def, Evlis Costello
Genere: autoFerrell
Se ti piace guarda anche: Hot Rod - Uno svitato in moto, Driven

Ricky Bobby è, come dice il sottotitolo italiano, La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno. Perché è ignorante? No, perché Ricky Bobby è un pilota abituato ad arrivare sempre primo. Il film prende in giro in maniera spassosa e tipicamente willferrelliana il mondo delle corse automobilistiche, il circuito NASCAR in particolare, ma anche gli appassionati di Formula 1 e di motori in generale potranno trovare spunti esilaranti. Così come anche a chi non gliene frega una cippa delle auto. Ricky Bobby è infatti soprattutto una specie di parodia dei film sulla classica parabola di ascesa e poi discesa al successo, tipica nei film sportivi come Rocky così come in quelli non sportivi, mi viene in mente ad esempio Boogie Nights, per quanto ambientato nel mondo del porno.

Il risultato? Non agli straordinari livelli del fenomenale Hot Rod - Uno svitato in moto, ma comunque una visione più che divertente. A suo modo, è poi un film profondo. Tra alti e bassi, rettilinei e curve, corriamo a fianco di Ricky Bobby e ripercorriamo la straordinaria vita di questo campione magistralmente interpretato da un Will Ferrell in stato di grazia.
(voto 6,5/10)


continua...

1 commento:

Irriverent Escapade ha detto...

Da noi, Elf è un imprescindibile classicone dicembrino e continuiamo a sorridere pur conoscendolo praticamente a memoria...